Un viaggio nel mondo di Caravaggio

È in corso presso il Palazzo Reale di Milano la mostra “Dentro Caravaggio “ che vede esposte 20 opere provenienti da ogni parte del mondo realizzate dal noto pittore Michelangelo Merisi. L’idea nasce con l’intenzione di celebrare l’iniziatore della pittura moderna, promossa nel 2009 dal Comitato Nazionale e dalla Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico artistico e etnoantropologico e per il polo museale della città di Roma sulle opere del maestro lombardo, proprio nell’anno in cui ricorre il IV centenario della sua nascita, 29 settembre 1571. La mostra, intitolata non a caso “Dentro Caravaggio” permette allo spettatore di entrare all’interno del suo mondo. L’iter si snoda attraverso le maestose sale di Palazzo Reale secondo uno schema ben definito e ripetitivo, nelle quali vengono ospitate una,due o tre opere. L’allestimento prevede la presenza di video e pannelli esplicativi riguardo gli studi di diagnostica artistica delle varie opere, posti nella parte posteriore della parete, su cui è possibile ammirare i dipinti. Vengono messe in evidenza le peculiarità dell’arte pittorica caravaggesca grazie a strumenti quali la radiografia e la riflettografia, come l’uso di incisioni per tratteggiare l’abbozzo dell’opera, pennellate che individuano i punti di luce. Emergono anche la tecnica “a risparmio”, che consiste nel lasciare a vista la base preparatoria, e “ripensamenti”, cioè stratificazioni pittoriche che correggono le precedenti.
Il percorso si apre con un’opera di enorme impatto psicologico, Giuditta taglia la testa a Oloferne, proveniente da Palazzo Barberini di Roma, che catapulta fin da subito lo spettatore nella macabra atmosfera caravaggesca. Un flusso emotivo attraversa il dipinto e culmina nella figura di Giuditta che, con percepibile riluttanza, sgozza Oloferne, bloccato nell’ultimo gesto spasmodico prima di morire. Una vecchia assiste alla decapitazione ed è il simbolico contraltare alla bellezza di Giuditta.

A una scena così cruenta si contrappone, nella seconda sala, un dipinto dai tratti dolci e armoniosi, il Riposo in Egitto, che vede la Sacra Famiglia concedersi un po’ di riposo nella cornice idilliaca e naturalistica di un bosco. L’angelo, vero protagonista del dipinto, è una figura efebica e sensuale, dalle forme apollinee. La melodia del suo violino culla il Bambino dormiente tra le braccia della Vergine,la quale, stanca, si addormenta avvolgendoLo in un materno abbraccio. San Giuseppe, rapito da quest’atmosfera quasi bucolica, sorregge lo spartito all’angelo. Si noti la naturalezza dell’involontario gesto dei piedi che si carezzano l’un l’altro come a scaldarsi. La modella che presta i propri lineamenti alla Vergine è probabilmente la stessa della Maddalena Convertita, opera che segue il Riposo in Egitto. La donna dai lunghi capelli rossi è colta nel dramma della conversione e della penitenza attraverso una profonda indagine psicologica da parte dell’artista.

Procedendo attraverso le altre stanze ci si imbatte nel dipinto La Madonna dei pellegrini, una delle opere più alte e classiche di Caravaggio. Una donna del popolo con in braccio il suo bambino sull’uscio della propria casa si presta all’ascolto di due pellegrini. La Madonna è una donna profondamente terrena, nonostante alcuni critici abbiano visto in questa figura l’incarnazione della Chiesa Cattolica che accoglie al suo interno i penitenti. La sofisticata aderenza al vero, tipica del pittore, emerge finanche nella raffigurazione dei piedi sudici del pellegrini. Probabilmente la modella scelta per raffigurare la Madonna era Maddalena Antognetti, detta “Lena”, una donna nota in città per la sua vita da cortigiana. L’opera destò polemiche tra i contemporanei poiché doveva risultare difficile raccogliersi in preghiera di fronte a una figura così poco riconducibile all’essenza della spiritualità.

Chiude il percorso una delle ultime opere realizzate da Caravaggio, che riassume l’angoscia della sua vita: Martirio di Sant’Orsola. Caravaggio si concentra sul momento in cui la santa è trafitta dal tiranno. La narrazione è potente, tragica e umana. Le cinque figure emergono dalla sfondo brunito spezzato da contrasti di luce. Il dramma è accentuato dalla posa di accettazione quasi lucida del martirio, che si evince dal gesto delle mani giunte sulla ferita e dal capo chinato privo di dolore e disperazione. Il contrasto tra i gesti plateali del sovrano, che ha appena scoccato la freccia, e quelli umili della santa sottolineano il divario che intercorre tra vittima e persecutore, fra fedele e infedele. Da un recente restauro è riapparsa una mano dell’uomo in secondo piano drammaticamente tesa a proteggere la Santa. Questo capolavoro manifesta tutta la potenza della retorica caravaggesca dei gesti.

Un viaggio catartico tra i capolavori di uno dei più geniali pittori del Seicento, capace di emozionare, coinvolgere e talvolta impressionare e sconvolgere chiunque vi si immerga:questo e molto altro è la mostra Dentro Caravaggio.
“Vita e opere di un artista finiscono sempre con l’assomigliarsi; ma in Caravaggio c’è uno spirito di gioco, un piacere della beffa e una mancanza di misura nella vita che non si rispecchiano neanche nell’opera più spregiudicata, la quale si spiega bensì attraverso un radicale rinnovamento del pensiero cui è estranea ogni sregolatezza. In Caravaggio convincono un intellettuale sofisticato, colto, capace di imprimere una svolta ideale al corso della storia, e il protagonista di un romanzo di avventure, rissoso, prepotente, in una parola maledetto. “ (Vittorio Sgarbi).

A cura di

Barresi Mariarita

Occhipinti Alessandra

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