Le opere più scandalose nella storia dell’arte

Un quadro può affascinare, catturare l’attenzione del pubblico ma può anche suscitare orrore, disgusto e scandalo. 

Flaubert, un celebre scrittore francese, diceva “Ama l’arte; fra tutte le menzogne è ancora quella che mente di meno”, spesso accade che l’artista si riveli però al pubblico in modo fin troppo esplicito; da qui nascono le critiche, le offese fino ad arrivare alla censura.

l’arte può essere vista quindi come uno strumento per provocare, risvegliare lo spirito critico dello spettatore… 

Ma quali sono le opere che hanno turbato maggiormente il pubblico? 

Merda d’artista, Piero Manzoni

Il 21 maggio 1961 l’autore sigillò 90 barattoli di latta ai quali applicò un’etichetta tradotta in varie lingue, con la scritta «merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale». Con questa opera così provocatoria, Manzoni, voleva svelare le contraddizioni del sistema dell’arte contemporanea. La scatoletta è diventata un vero e proprio manifesto della sua epoca, contrastando le assurdità artistiche in quanto qualsiasi prodotto veniva premiato e considerato arte solo in virtù della notorietà dell’artista.

 

L.O.V.E. , Maurizio Cattelan

L’opera fu commissionata dal sindaco di Milano ed è stata posizionata di fronte al Palazzo della Borsa. Il titolo dell’opera sembrerebbe alludere ad altro, l’acronimo della parola amore che racchiude altre 4 parole: Libertà, Odio, Vendetta ed Eternità, termini collegati al capitalismo e il consumismo della società contemporanea.

L’opera raffigura una mano intenta nel saluto romano con tutte le dita mozzate eccetto il medio: il gesto irriverente che ne scaturisce sembra così rivolgersi sia all’architettura del ventennio di palazzo Mezzanotte sia al mondo della finanza che esso rappresenta.

L’assenzio, Edgar Degas

A differenza degli altri Impressionisti, che si cimentavanosul plein air Degas preferì dare immagine alla vita parigina privilegiando la raffigurazione di luoghi chiusi come i caffè. L’assenzio è un esempio emblematico: si tratta di una tela realizzata tra il 1875 e il 1876 ed esposta nel corso della seconda mostra impressionista, tenutasi nel 1876. Degas ritrasse gli amici Ellen Andrée e Marcellin Desboutin in atteggiamento straniato e assente, seduti insieme davanti a un caffè di Place Pigalle, ma distanti l’una dall’altro per effetto della bevanda. L’alcol è l’unica compagnia di cui essi dispongono: sono soli, infelici, e nulla è rimasto nelle loro vite. L’artista rappresenta anche una chiara allucinazione: i piani dei tavoli sono sospesi a mezz’aria, non sono sostenuti da gambe.

 

Seconda soluzione d’immortalità (L’universo è immobile), Gino De Dominicis

Numerose denunce per l’artista che, alla Biennale di Venezia del ‘72, coinvolse nella propria installazione un ragazzo down: seduto su una sedia, nell’angolo di una sala stava a rappresentare l’assenza di percezione precisa del tempo. I genitori del ragazzo down, che pure avevano acconsentito alla sua partecipazione all’opera, spinti dalle voci che parlavano di disumanità, arrivarono persino a querelare l’artista.

 

Senza titolo (Bambini impiccati), Maurizio Cattelan

Nel 2004 la Fondazione Trussardi, con Maurizio Cattelan, decide di introdurre in piazza XXIV Maggio a Milano un’installazione destina a fare scandalo: tre bambini-fantoccio impiccati a un albero nel pieno centro di Milano. Dopo poche ore, i cittadini si bloccano e qualcuno si arrampica sulla quercia nel tentativo di rimuovere l’opera attirando così l’attenzione dei media.

Sconvolgendo il pubblico si arriva, come abbiamo visto, a denunce e critiche pesanti. Possiamo accorgerci che alcuni dei precedenti quadri e delle precedenti installazioni hanno un obiettivo comune: far aprire gli occhi alla gente…

Vediamo ora alcuni dipinti definiti “maledetti” esposti (o nascosti) in giro per il mondo

 

Woman of the rain di Svetlana Telets

Dipinto da un’artista ucraina, questo quadro è stato più volte acquistato e sempre riportato indietro. La sua realizzazione è avvenuta in circostanze curiose: Svetlana Telets aveva avuto per diversi mesi la sensazione che qualcuno la stesse seguendo. Un giorno, in preda all’ispirazione, decise di dar vita a questa sensazione, ultimò il quadro in poco tempo. Arrivata nella città di Vinnitsa esibì la tela in una galleria d’arte locale. Dopo qualche tempo, una donna d’affari che viveva da sola la comprò, ma la restituì poiché sentiva una presenza nel suo appartamento. Anche con il secondo proprietario successe la stessa cosa. Un terzo compratore si fece avanti, dichiarandosi scettico, ma dopo essersi appropriato della tela e aver osservato a fondo gli occhi della figura, disse che questi avessero cominciato ad apparirgli ovunque, ancora una volta il quadro venne riportato indietro.

 

L’uomo angosciato / Anguished Man 

Il suo proprietario, Sean Robinson, raccontò di averlo ereditato dalla nonna, la quale lo aveva tenuto chiuso a chiave in soffitta. Era stato a sua volta donato alla donna da un conoscente, ma l’identità di quest’ultimo, come quella dello stesso autore, sono sconosciute. Pare tuttavia che l’artista si fosse suicidato poco dopo aver ultimato l’opera. Comunque sia, Sean Robinson dice che la donna l’abbia tenuto serrato il più lontano possibile perché ne era spaventata e credeva che si trattasse di un dipinto demoniaco. Resta però un mistero il motivo per cui la donna non se ne fosse liberata…

 

The Hands Resist Him, Bill Stoneham

Fu realizzato in California nel 1972 e ritrae un bambino in piedi e una bambola davanti a una porta a vetri, in cui si intravedono delle mani emergere da un fondale scuro. A detta del suo artefice, il piccolo rievocherebbe le sue stesse sembianze. La superficie vetrata rappresenta invece il confine tra realtà fisica e mondo dei sogni, in cui la bambola accompagna il piccolo. The Hands Resist Him fu inizialmente esposto in una galleria a Los Angeles nei primi anni ’70 e recensito da un critico del Los Angeles Times e fu poi acquistato da John Marley, un attore americano. Dopo la morte di quest’ultimo, passò a una coppia di californiani nel 1984, che nel 2000 la mise in vendita su eBay, sostenendo che fosse un quadro stregato.

 

La madre morta di Edvard Munch

la tela venne dipinta tra il 1899 e il 1900, il soggetto è legato a un evento traumatico dell’infanzia del pittore, quando a 5 anni perse la madre. Gli rimase impressa l’immagine della sorellina di 6 anni, che si tappava le orecchie con gli occhi sbarrati e voltava le spalle alla donna perché non riusciva ad affrontare l’inaccettabile verità.

Questa tela viene considerata maledetta perchè parecchi amanti dei quadri di Munch che la hanno osservata hanno affermato di aver avuto malori o sensazioni di ansia e angoscia. Alcuni addirittura hanno detto che gli occhi della bambina sembrano seguire chi la osserva troppo a lungo.

Impressioni? Forse…

 

 

 

 

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