Accedere all’ “inaccessibile”!

Lente lente ….
Perché il supplizio
non arrivi, perché Faust ancora un’ora sopravviva, e un altro fremito vitale sopraggiunga.
Ma non è per aver scelto il demonio che Faust verrà condannato.
La pena del dottore, infatti, è ben diversa e lascia un’eco altisonante nelle nostre coscienze.
Se è vero, infatti,che il personaggio di Christopher Marlowe cerca di soddisfare domande “altre” rispetto a quelle che riguardano i suoi
studi di scolastica, è anche vero che, nel suo scegliere la strada più veloce, il suo obiettivo è quello di possedere la conoscenza, tenerla per sé, accedere all’inaccessibile.
In realtà, il desiderio viscerale di “accedere all’inaccessibile” caratterizza non soltanto il personaggio di Marlowe, ma un’epoca intera ed è un’idea ancor oggi radicata nella nostra prospettiva moderna:
più sai più vali!
Sembra chiaro da questa prospettiva, quanto il desiderio di Faust non stia affatto in una ricerca di una crescita dell’essere
umano, bensì della (sua?)persona.
La sua missione, infatti, non è liberare il genere umano dal peso di risposte insoddisfatte(insoddisfacenti?), ma è alimentato da obbiettivi personali, e dal desiderio di prevaricare sugli altri.
In Faustus si condensano idee e tendenze che si proiettano già sulla
modernità.Si riconosce il bisogno di progredire e di distaccarsi dalle modalità di pensiero del passato che non soddisfano l’animo inquieto del personaggio.
Non si dimentichi,però, che quando la conoscenza diventa una proprietà, la si può accumulare, ma anche sperperare.
Sarà dunque con Mefistofele che Faust si renderà conto che quanto aveva accumulato non lo ha salvato né, tantomeno, ha soddisfatto il suo desiderio.
“La condanna del progresso”
– scritto da Salvo Garofalo.

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