La voce degli studenti: lo sciopero
“Lo sciopero dei tre giorni”
Così è stato denominato lo sciopero avvenuto in data 13 gennaio 2022 concordato dal CPS Ragusa. Scopriamo meglio le dinamiche dei fatti recentemente accaduti: la Consulta Provinciale Studentesca di Ragusa, a seguito delle norme di sicurezza adottate dalla nostra regione, si è trovata in una situazione di disaccordo per via della situazione pandemica presente attualmente in Sicilia. Dopo una riunione d’emergenza si è deciso di indurre uno sciopero rivolto a tutti gli studenti della Provincia. Ma vediamo cosa ne pensano i ragazzi di questa emergenza COVID-19.
Secondo alcuni studenti il suddetto sciopero si è rivelato alquanto futile e privo di senso, sono, infatti, altri i sostenitori di quella che poi sarebbe stata una possibile didattica a distanza. Bisogna, però, tenere a mente alcune statistiche: si riscontra, infatti, una percentuale pari al 24% di studenti con disagi e problemi psicologici manifestati a seguito alla DDI. Ma i dati più rilevanti si registrano riguardo l’irritabilità, maggiore nel 18-23% della popolazione scolastica a seconda delle fasce di età, e i sensibili sbalzi di umore constatati nel 23-25% dei casi presi in considerazione. Manifestazioni che, secondo gli esperti, dipendono dalla noia, dalla solitudine, dall’abbandono repentino di abitudini consolidate che avevano rappresentato “un’ancora di salvataggio’’. Proprio a causa di tutto ciò il CPS si dissocia in pieno.
Alcuni alunni hanno comunque pensato alla DAD affermando: “Forse era meglio attuare la didattica a distanza per qualche settimana, solo per evitare che la curva risalisse. In ogni caso credo che alcuni studenti ne abbiano semplicemente approfittato, senza chiedere effettivamente nulla”. Altri ancora: “Uno sciopero può funzionare se siamo tutti uniti, ognuno ha la propria opinione, ma entrare a scuola solo una parte di persone non ha senso, si sarebbe dovuto fare bene e collettivamente”. Abbiamo intervistato anche alcuni alunni dell’ultimo anno: “Entrando tutti, la credibilità degli studenti è andata a scemare”, “A parer mio lo sciopero ha rispecchiato i bisogni studenteschi riguardo tale situazione.”
Eppure, cosa abbiamo ottenuto da questa assenza di massa? “Erano giuste certe richieste come, per esempio, le mascherine FFP2 fornite dalla scuola (che ancora non abbiamo ottenuto e non si sa se riusciremo ad avere) oppure qualche intervento per quanto riguarda le condizioni dei pendolari, obbligati a prendere i mezzi, ammassandosi e facendo assembramento. Questo sciopero non ha avuto gli effetti che speravamo”.
La Consulta Provinciale Studentesca si esprime chiaramente su tale accaduto: “Dunque è proprio un previdente posticipo ad essere (la DAD) l’alternativa più gettonata, e forse anche l’unica a garantire un’effettiva sicurezza agli alunni, ai docenti, ma più in generale a tutti i cittadini: la scuola è, infatti, comunque un luogo di incontro per migliaia di studenti ed anche i mezzi di trasporto, regolarmente utilizzati dall’importante mole di pendolari per raggiungere le proprie scuole, possono diventare veicolo di trasmissione per il virus, che già circola ormai incontrollato nella nostra Regione come in tutta Italia. Confidiamo, comunque, nell’operato delle Istituzioni, sperando che il pericolo non venga ignorato con scelte azzardate e rinnoviamo la disponibilità totale e duratura al dialogo, soprattutto se di confronto e volto alla risoluzione di problemi che riguardano noi come studenti in prima persona. Il dubbio imperversa in queste ore che ci separano da una risposta esaustiva e decine di migliaia di persone attendono ancora una delle decisioni che condizionerà il proseguimento dell’anno scolastico.”
Nonostante tutto, molte classi hanno svolto il regolare svolgimento delle lezioni già a partire da venerdì 14 gennaio 2022. Ricordiamo, infine, che uno sciopero è difensivo quando reagisce ad azioni che danneggiano i lavoratori o, in questo caso, studenti; diventa illegittimo se contrattuale, pressando in questo modo le persone al di sopra di noi per ottenere miglioramenti ed evitare eventuali danni.
Articolo di Flavia Iurato