Saggio argomentativo
È evidente, ormai, che stiamo vivendo e affrontando, anche sulla nostra pelle, una serie di crisi che ci stanno sconvolgendo; un esempio è di certo quella internazionale, in Ucraina, dove vi è aria di guerra tra Russia e Stati Uniti, o ancora quella sociale, come le proteste degli studenti con l’alternanza scuola lavoro, che stanno perturbando il nostro territorio nel tentativo di scardinare e rivoluzionare una modalità di apprendimento, pensata innovativa, ma che è, in realtà, anacronistica e infruttuosa; e ultima, ma non meno importante, quella climatica. Grazie a corporazioni ambientaliste come Lega Ambiente, attivisti come Greta Thumberg, e a una costante sensibilizzazione, siamo ormai consapevoli delle tante calamità e ripercussioni ambientali, come nubifragi e tornadi, che la nostra asfissiante quanto viziosa voglia consumistica genera.
Tuttavia, ciò che la gente comune si domanda <<cosa genera? Non sono soltanto delle normali fasi della stagione?>>
La risposta è ovviamente no.
Nominiamo, per esempio, le drammatiche e incessanti alluvioni e inondazioni nella città turistica di Petropolis, collocata sulle colline a Nord di Rio de Janeiro, che ha causato 71 morti; gli incendi che hanno devastato l’Australia, radendo al suolo ettari ed ettari di foreste e terrorizzando milioni di animali, come koala e canguri; oppure ancora la fuoriuscita di centinaia di migliaia litri di petrolio nella baia di Huntington Beach.
Potrei continuare all’infinito nell’apportare tanti esempi, bastevoli, in mia opinione, per farvi apprendere la tragicità delle catastrofi, per giungere sempre allo stesso quesito; <<a cosa è dovuto tutto questo scempio?>>.
Razionalmente si è propensi a determinare la colpa nelle fatalità e negli errori umani, così isolati e non connessi; ma il tutto dipende anche dalle nostre abitudini e nella pigrizia di non cambiare, e molto fa anche l’interesse economico, rafforzato dalla illegalità.
Una chiara testimonianza è la Sicilia: in Sicilia non esiste un ciclo dei rifiuti, la raccolta differenziata viene praticata in modo rudimentale e insignificante, mancano gli impianti, i controlli amministrativi non sempre efficaci, dunque… porte spalancate alle organizzazioni criminali, come Cosa Nostra, che ha tentato di mettere le mani sulla gestione dei quattro termovalorizzatori, per controllare così tutte le fasi della gestione dell’immondizia. In poche parole, la mafia non solo pretende di far pagare il pizzo, ma ammonisce le aziende di accettare le assunzioni dei propri generi e di controllare i subappalti e le attrezzature. Per esempio, a Palermo le falde acquifere del torrente Celona sono contaminate da alluminio, rame, zinco, ammoniaca e metalli vari. A Scicli, comune italiano del libero consorzio comunale di Ragusa, l’indagine, condotta da Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha riscontrato che il gruppo criminale ha cercato di assumere il controllo della Eco Seib di Giarratana che aveva in appalto la raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani per il Comune di Scicli, imponendo la loro assunzione come netturbini. L’obbiettivo consisteva nell’arrivare ai vertici della ditta in modo tale da infiltrarsi nel tessuto economico della cittadina con minacce di morte, recapito di proiettili, collocazione ditaniche di benzina davanti alle aziende, furti, danneggiamenti di veicoli, su cui venivano lasciati anche topi morti, e tanto altro.
Vorrei concludere questo breve saggio di inchiesta ponendo una domanda: <<se non sono i fatti a riuscire a rompere il silenzio, cosa possono fare le parole?>>.
Non agendo e rimanendo indifferenti, si muore, e si morirà, ogni giorno.
Sitografia:
https://www.google.com/amp/s/www.linkiesta.it/2011/02/in-sicilia-limmondizia-e-cosa-loro/amp/
https://www.noecomafia.it/2014/sicilia/rifiuti/storie/scicli-ragusa-lombra-della�mafia-dietro-la-gestione-di-rifiuti-e-appalti/
https://www.google.com/amp/s/www.ilpost.it/2022/02/17/brasile-frana�inondazione/%3famp=1
Articolo di Daniele Cataudella
Copertina di Sofia Giurdanella